Siamo passati dal facile e scorrevole deserto a un sentiero prettamente alpino: rocce granitiche, pini e abeti enormi morti per gli incendi e sradicati dal vento, salite tortuose su tratti di sentiero esposto. In più, la neve, che è comparsa in più punti superata una certa quota (credo fossero i 2100 metri).
È stata anche una giornata molto difficile per me: sono andato quasi nel panico quando ho smarrito il sentiero. Tirava un forte vento da ovest, ero su un punto esposto, e il sentiero faceva uno stretto tornante a sinistra. Non riuscivo a trovare dove girasse. Una volta trovatolo, l’ho perso di nuovo poco dopo, perché gli alberi caduti erano talmente tanti che confondevano diversi percorsi mezzi battuti tra la vegetazione bassa. Ho urlato, ho imprecato contro tutto e contro i tre del gruppo che non mi avevano aspettato, pur sapendo del mio problema al ginocchio e dell’evidente difficoltà di questo tratto del trail. Ho avuto paura di non riuscire a trovare un posto tenda decente, ho avuto paura che arrivasse il tramonto e io non avessi trovato un posto ragionevolmente sicuro dove mangiare e dormire. Mi sono sentito (di nuovo) un nulla insignificante, talmente piccolo che la Natura – abusiamo di questo termine generico – mi avrebbe potuto schiacciare in un istante. Non l’ha fatto però, mi ha dato l’occasione di riprendere il controllo di me stesso, di guardare la mappa sul telefono e ritrovare l’orientamento verso il trail.
Ora sono qui, in tenda con una bottiglia d’acqua calda tra i piedi, a 2520 metri di quota, pregando non so bene chi o che cosa perché non faccia salire troppo il vento. La temperatura dovrebbe scendere parecchio (intorno ai 3 gradi), ma l’effetto del vento a questa quota ci farà andare tranquillamente sotto zero. Questa è stata la giornata in assoluto più difficile di tutte, sotto qualunque punto di vista. Spero di riuscire a dormire abbastanza bene e senza patire troppo il freddo.