Anzitutto, un’idea di racconto che mi è venuta oggi: ho immaginato un dispositivo che permetta di impersonare un altro (o altra) hiker sul trail. Tipo la modalità multi-personaggio di GTA V. Ci sono alcuni vincoli, ovviamente: non puoi impersonare chiunque, soltanto qualcuno con cui hai interagito. Non importa dove sia, puoi scambiare le personalità – il corpo rimane quello del destinatario – e solo per un tempo limitato. Non so bene dove potrebbe andare a parare, ma le idee è sempre meglio scriverle.

Oggi è stata un’altra tappa discretamente lunga: 36 km per arrivare a sole 21 miglia da Walker Pass. Ciò significa che domani avremo altri 32 chilometri, circa mille metri di dislivello positivo totale e altrettanti in discesa. Nulla di particolare, se non fosse che vorremmo riuscire a prendere un autobus per raggiungere la città, e l’ultimo bus passa poco prima delle quattro del pomeriggio. Partendo alle sei del mattino, avremmo otto ore e mezzo per fare questi chilometri. Non sono molto convinto, ma vedremo domattina. È di nuovo una notte ventosa, speriamo non peggiori come è solito fare perché vorrei tanto riuscire a dormire bene stanotte.

Sebbene non la vediamo ancora, la Sierra Nevada è ormai dietro l’angolo: da Walker Pass sono meno di cinquanta miglia. Così oggi pensavo: abbiamo finito (quasi) questo primo livello, proprio come se si trattasse di un videogioco. Chiunque abbia mai giocato su pc o console ha interiorizzato il concetto di livelli. E qualsiasi titolo videoludico è costruito intorno all’idea di una progressione di difficoltà crescente, spesso segnata da alcuni punti chiave come delle sfide speciali contro i “boss” di fine livello. Ecco, siamo quasi alla resa dei conti con il deserto: vento, sabbia, pochissima ombra (quella poca che c’era l’abbiamo sempre benedetta durante una pausa pranzo), lunghi tratti aridi senza una goccia d’acqua. Non avremo un boss finale da sconfiggere, ma tutte queste difficoltà messe insieme ci avranno insegnato molto. Sarà come aver finalmente sconfitto il Deserto.

Anche se… Questa mentalità non è costruttiva né utile quando bisogna vivere giorno dopo giorno. La motivazione è semplice: il trail è certamente una sfida, ma non lo è contro il trail stesso. Non si può sconfiggerlo, sarà sempre di più di te. Non c’è una sfida in cui esso non ti possa schiacciare immediatamente. Detta le regole, e noi ci adeguiamo di conseguenza, accettando – non senza imprecare o gioire – tutto ciò che ci troviamo davanti.

Ci vuole un fisico bestiale

Per resistere agli urti della vita

Ci vuole un fisico bestiale

Perché siam sempre a un incrocio

Sinistra, destra oppure dritto

Il fatto è che è sempre un rischio

Ci vuole molto allenamento, sai

Per stare dritti controvento

— “Ci vuole un fisico bestiale”, Luca Carboni

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