Feels like Sierra
Sono bastate davvero poche miglia per cambiare scenario, come se fossimo a teatro e qualcuno avesse tirato delle funi dalle quinte per cambiare scenografia. Il deserto è ormai alle spalle, e le foto di oggi già mostrano un ambiente più simile a San Jacinto che alle miglia percorse prima di Kennedy Meadows. Boschi, molta acqua, e profili di montagne che occupano l’orizzonte. In più, l’altitudine comincia a salire: oggi il campo l’abbiamo piazzato quasi tremila metri. Montagna vera, insomma. Mio papà mi ha scritto questo stamattina:
Allora oggi si parte, finalmente per le Grandi Montagne. È consigliato: respirare a pieni polmoni, riempire gli occhi delle cime più alte, sognare. Baci
Ci si rende conto che chi sta a casa non può percepire quali sono le reali difficoltà pratiche che devo affrontare. Però è utile avere qualcuno che ti ricorda spesso che devo anzitutto godermi questa avventura, altrimenti perché lo sto facendo? A parte qualche fastidio alla pianta dei piedi – dovuto in parte allo zaino pesante, in parte alle scarpe che sono quasi esaurite (hanno poco meno di cinquecento miglia) – la giornata me la sono goduta proprio apprezzando l’ambiente nuovo che stavamo attraversando. Mi sono sentito più a casa, tra montagne che un po’ conosco anche se in Sierra Nevada non ci sono mai stato.
Siamo stati relativamente veloci a camminare perché siamo arrivati al pit-stop per pranzo prima di mezzogiorno e al campo prima delle cinque. C’era già un bel gruppo di persone che avevamo già viste diverse volte, e abbiamo cenato tutti insieme. Alcuni parlavano del prossimo compleanno di uno del gruppo, un bel esempio di socialità on the trail.
In un momento di solitudine – sembra impossibile riuscire a camminare da soli quando c’è così tanta gente sul trail, ma capita più spesso di quanto si pensi – mi chiedevo perché adottare una soluzione scomoda come un bear canister per proteggere gli animali dal nostro cibo. Perché non installare dei contenitori appositi? La risposta è semplice e ha due livelli: uno pratico e l’altro etico/ambientale.
- Sarebbe impossibile manutenere la quantità di contenitori necessari a coprire tutti i possibili campground. Il PCT è stato disegnato con l’idea di impattare il meno possibile sull’ambiente.
- Siamo noi hiker ad aver deciso di camminare in queste aree frequentate da animali che possono essere disturbati dalla nostra presenza. Sono loro i legittimi abitanti di questi parchi nazionali e wilderness area. E siamo dunque noi esseri umani a dovere preoccuparci di non infastidire chi qui ci vive. Portarsi un cilindro da un chilo in cui mettere tutto il cibo e la roba che odora qualcosa non è certo piacevole, ma è di gran lunga la soluzione più veloce al problema. La fatica che si fa è una specie di prezzo da pagare per poter godere di questa natura senza rovinarla più di quanto già facciamo.