I pre-show sono delle specie di trailer o cortometraggi che vengono mostrati prima di certe proiezioni. Ecco: i due giorni e mezzo passati sono stati soltanto un primo assaggio della Sierra; da oggi, si comincia sul serio. In uno (forse due) giorni arriveremo in zona del Monte Whitney, a cui dedicheremo un giorno intero (o quasi). Sarà una salita dal sapore molto alpinistico, perché nonostante ci sia pochissima neve è pur sempre una cima sopra i quattromila. C’è ancora da decidere se salirla la notte per arrivare su all’alba, oppure partire come si farebbe normalmente per una salita di questo tipo, verso le tre-quattro del mattino, così da sfruttare il più possibile la compattezza della neve rimasta.

Stasera, a 3425 metri sulle sponde del Chicken Spring Lake, sembra davvero di essere in un’altra dimensione. C’è quel tipico silenzio che si riesce a trovare solo in montagna – ahimè al mare lo sciabordio è ineliminabile – e una calma che è raggiungibile solo quando si decide di isolarsi momentaneamente dal mondo. So bene che non è davvero possibile, ma qui sembra che lo sia. Sarà pure una impressione effimera, ma vale la pena godersela.

Oggi, dopo aver dedicato la mattina ad altre commissioni, mentre aspettavamo il nostro “taxi” che ci avrebbe riportato dove avevamo lasciato il sentiero ieri, stavo perdendo tempo su internet. A fare cosa? Nulla, in realtà. Aprivo un sito, aggiornavo una app, facevo finta che mi interessasse leggere le news sulle elezioni europee o cosa sta accadendo a Gaza, ma era soltanto un rimbalzare disordinato tra molteplici distrazioni, proprio quelle distrazioni che fanno ormai parte di quella vita che ho messo in pausa alla partenza ad aprile. E pensavo: voglio ritornare a camminare per liberarmi di queste dispersioni incontrollate della mia attenzione. Ma fuggire è solo un’apparente soluzione; possibile che la mia vita sia davvero così tanto dominata da cose che non scelgo intenzionalmente? Possibile che l’unica scelta che funziona davvero sia eliminare internet? Di nuovo, non ci credo perché sarebbe una sconfitta totale. Vorrei tanto poter dire che troverò una soluzione camminando, ma non è detto. Certo è che sto allenando non soltanto i muscoli, ma anche la testa. Qui tutto costa, quasi tutto pesa, e ciò che pesa dobbiamo infilarlo nello zaino; perciò è un costante allenamento all’essenzialità. Mi serve questa cosa? È utile a me o a qualcun altro che mi comporti in un certo modo? Sono solo domande, ma farsi quelle giuste significa creare lo spazio necessario per una possibile risposta.

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