Intermezzo
Nessun passo oggi, quello di Muir sarebbe stato troppo lontano. Sto scrivendo da un campo a pochi chilometri dal Lago Helen e dal passo, che faremo domani mattina. È stata una giornata lunga e intensa: partiti tardi perché abbiamo atteso il sole che ci scongelasse tenda e sacco a pelo – la temperatura stanotte è scesa sotto zero – e siamo riusciti a camminare per quasi ventisette chilometri, il più vicino possibile al passo. Il nostro piano di arrivare al VVR per giovedì è saltato, ma entro venerdì sera sicuramente. Dobbiamo arrivarci perché stiamo severamente razionando il cibo. Forse ne abbiamo portato poco? Eppure era tutto ciò che ci stava nel bear canister. O forse camminiamo troppo lenti? Può anche essere, ma lungo la Sierra i sentieri sono un terno al lotto ogni giorno: non sai quanto sono mantenuti o se ci saranno alberi caduti che renderanno il percorso molto più lento e faticoso. Poi ci sono le salite e le discese, ripide e ben segnate, oppure su grossi massi da inventare. E poi torrenti ovunque che scorrono anche lungo i sentieri e che ti obbligano a saltare di qua e di là se non vuoi bagnarti o infangarti le scarpe. Non pensavo che l’avrei mai scritto, ma rimpiango un po’ la scorrevolezza del trail nel deserto. Certo, c’era sabbia ovunque che ti ritrovavi in scarpe, calze, e altri indumenti, ma si poteva quasi correre.
Anche stanotte la temperatura dovrebbe abbassarsi fin verso lo zero o poco sotto. Speriamo che ci sia un po’ meno umidità di ieri, ma vista la posizione non credo. Mi sa che ci toccherà gestire il ghiaccio anche domani. Ma perché la tenda si riempie di acqua di condensa che poi ghiaccia? È una domanda a cui vorrei rispondere con un po’ di dettagli, provando a spiegare due concetti di fisica (anzi, termodinamica). Lo farò in inglese così che qualcun altro, leggendo, potrà imparare qualcosa.
A proposito di imparare qualcosa: durante l’ultimo stop Bishop, abbiamo incontrato una ragazza con cui avevamo condiviso una parte di deserto. Lena, francese, che pensavo che non avrei rivista perché era troppo avanti a noi. Lei stava camminando con altre tre persone, tra cui un’altra ragazza (venticinquenne) tedesca. Esuberante, simpatica, qualcuno potrebbe dire un po’ invadente. Non appena ha saputo che ho studiato fisica, mi ha detto che avrebbe voluto camminare con me per farmi un po’ di domande. A me piace sempre molto quando incontro qualcuno che vuole dialogare di scienza e soprattutto farmi qualche domanda: è un modo perfetto per mettere alla prova ciò che so o dico di sapere. Anzi, è il modo migliore, forse l’unico. Abbiamo infatti parlato di parecchie cose di fisica: dal perché si fanno simulazioni, alle leggi di natura, fino a qualche piccolo accenno di fisica moderna (il principio di Heisenberg). È stato soddisfacente poter chiacchierare con lei, anche se non sono convinto di essermi riuscito a spiegare sempre. Spero ci saranno altre occasioni.
Tornando alla tenda, alla condensa, e al ghiaccio mattutino. Perché? C’entra una temperatura particolare detta punto di rugiada (o dew point in inglese). E per capire cos’è bisogna illustrare in breve cosa è e a che cosa serve un diagramma di fase.