Sono stanco
Poco meno di ottanta chilometri ci separano da Sonora Pass, il passo in cui si fa convenzionalmente concludere la Sierra. Passi, cime, laghi, nevai, e tutto il resto. È sempre al primo posto in qualche sondaggio alla domanda “qual è stata la sezione più bella”? Ed è vero, è così e l’ho già scritto (e mostrato attraverso le foto) più volte. Però è dannatamente impegnativa.
Ieri più di quaranta chilometri, oggi trenta e rotti, e domani sarà un’altra giornata da almeno trenta chilometri. Su e giù di diverse centinaia di metri, almeno un paio di volte al giorno, quasi tutti i giorni. Il corpo e la mente lo fanno perché sanno che non c’è molta alternativa; certo, basta andare al proprio ritmo, senza strafare o inseguire nessuno. Però rimangono sempre trenta chilometri con quasi millecinquecento metri dí dislivello positivo. Chi chiamerebbe una cosa del genere vacanza? Un folle o semplicemente una persona che non ha idea di cosa voglia dire lavorare tutti i giorni con la stessa intensità. Ecco perché è fondamentale riuscire a dormire come si deve: dopo il cibo, è così che il corpo fa di tutto per recuperare e essere pronto il giorno dopo.
Però sono stanco, davvero stanco. Penso che la fatica sia troppa e si sia accumulata a tal punto che non riesco a controbilanciarla con la bellezza di ciò che vedo; ci sono troppi fastidi che non accennano a migliorare, primo fra tutti le zanzare, mattina e sera. Ogni giorno, quasi in ogni posto in cui ci fermiamo.
Non vedo l’ora di arrivare prima a Sonora Pass, e poi a Lake Tahoe, dove mi prenderò sicuramente due giorni di stop. E tra le ragioni per cui me li voglio prendere c’è quella più semplice: il mio corpo, io stesso non sono stato costruito per camminare tutti i giorni con questi ritmi, in questi ambienti, dovendo sopportare e pure sopravvivere, portandomi chili di cibo nello zaino. Manca ancora un po’ – almeno un’altra settimana, più qualche giorno – ma alimentare il desiderio di quei riposi mi aiuterà ad andare avanti. Anche domani, il giorno dopo, e quello dopo ancora. Chi mai sceglierebbe di lavorare così tanti giorni consecutivi senza mai riposarsi davvero?
Vorrei scrivere altre due parole sulla sostenibilità ambientale del frequentare ambienti naturali come sto facendo da quasi tre mesi. Oggi pensavo al perché in Italia non potrebbe funzionare un sistema di permessi per campeggiare. Le regole sono talmente confuse che non si capisce cosa si possa o non si possa fare in due regioni diverse, magari persino confinanti. La ragione potrebbe essere semplice: nessuno controllerebbe davvero se le persone hanno il permesso richiesto; qua sì, eccome, specie nelle aree più frequentate come la Yosemite Wilderness Area (dove sono adesso). Per un campeggio in un’area non prestabilita allo scopo – che non significa attrezzata – si rischiano duemila dollari di multa. Ecco perché non funzionerà mai in un paese come l’Italia.
Chissà quali sono le ultime news, cosa è successo nelle ultime settimane, quali sono le conseguenze delle elezioni europee. Non sto più seguendo “Morning” da almeno due settimane, perciò non sono più aggiornato su nulla. Non vedo l’ora di uscire da questa sezione di montagna splendida ma molto, forse troppo isolata. Sono un po’ stanco anche di questo.