Il titolo di questa pagina potrebbe essere l’esatto opposto di ieri: la dose di apparente fortuna si è esaurita nella notte.

Appena alzato stamattina, esco dalla tenda e recupero i vestiti che avevo lasciati fuori ad asciugare dopo il trattamento con l’insetticida. E ho una bruttissima sorpresa: il retro della mia maglietta a maniche lunghe è martoriato da buchi – ce ne saranno almeno venti. Penso subito a un effetto del solvente del prodotto che abbiamo usato, ma il pattern dei buchi non ha senso. Sembrano buchi fatti con strumenti molto piccoli e taglienti, buchi fatti non proprio a caso ma quasi. E chi altro gira la notte se non tutti quei piccoli roditori che di giorno scappano appena sentono i passi di un uomo? Lezione imparata a caro prezzo, quello di una maglia da trekking in lana merino.

La giornata di oggi è stata parecchio più lunga del previsto, ma non è stata sfiancante come altre simili. Abbiamo sfiorato i quaranta chilometri e i mille e quattrocento metri di dislivello, anche grazie al sentiero abbastanza scorrevole. Nonostante diversi su e giù, siamo ormai fuori dalla Sierra più dura, quella delle valli profonde e lunghe da scendere e risalire. C’è anche il fattore allenamento, ovviamente: la resistenza muscolare è aumentata notevolmente dopo l’Alta Sierra, e così la capacità cardiovascolare di sostenere ritmi di camminata elevati. Certo, si arriva a sera stanchi e affamati, ma il corpo è in grado di affrontare questo tipo di sforzo e recuperare abbastanza rapidamente per ripeterlo. Domani, infatti, avremo un altro giorno da poco più di trenta, e idem sarà giovedì, Festa dell’Indipendenza americana. Camminare più veloce e per distanze più lunghe ti fa guadagnare tempo, tempo che si può spendere poi in città per rilassarsi un po’ più a lungo.

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