Trentaquattro chilometri lungo una parte di sentiero abbastanza noiosa e dannatamente arida, a cui si aggiungono le alte temperature di questi primi giorni di luglio: c’è un’ondata di calore che durerà almeno fino a sabato, mentre domenica dovrebbe mollare un po’.
Se il sentiero è noioso – forse perché annoiato sono io, come scrivevo due giorni fa – non significa che la giornata lo sia altrettanto. Ho pensato di nuovo al progetto del libro1 e ho ascoltato parecchia roba, fra cui:
- Una puntata di “TG Luna” sulle notizie del giorno, che fa sempre ridere anche quando le news sono tutt’altro che divertenti.
- Un paio di episodi meno recenti di “Stories” in cui Cecilia Sala raccontava del disastroso dibattito televisivo tra Trump e Biden. Un’altra in cui illustrava il profilo di un personaggio, scrittore americano, che vorrebbe diventare il vicepresidente di Trump, se dovesse vincere a novembre, dopo aver detto e scritto qualsiasi cosa contro di lui prima di buttarsi in politica. Esempio della coerenza delle persone di cui si circonda il criminale bugiardo che potrebbe tornare a coprire la carica politica più importante al mondo.
- Ho riascoltata una vecchia puntata di “Comodino” in cui Dario Breassanini diceva la sua sul libro di Labatut, che ho scaricato dalla mia libreria personale e vorrei provare a leggere.
- Ho quasi concluso la terza stagione di “Mi dica tutto”, la serie di Storytel che mette in scena delle sedute di psicoterapia. Ora anche la psicologa, Diana, comincia a sbottonarsi un po’ di più, e noi riusciamo a conoscerla meglio, fuori dello studio e le sue conversazioni con i pazienti. Tra alti e bassi, rimane un podcast interessante che consiglierei.
Quando diamo al cervello molti (spesso troppi) input, è normale che fatichi a produrre pensieri originali; si limita a processare ciò che gli diamo in pasto. Ho ancora quella riflessione sul senso di una thru-hike di cui vorrei scrivere, ma oggi ho anche fatto due piani molto provvisori sulla fine di questo viaggio: quando vorrei arrivare alla fine del Washington, quanto stare a Vancouver, e come organizzare poi il difficile rientro alla vita normale da circa metà settembre in poi. Ormai ho capito benissimo di come i piani sul PCT siano fragili, ma mi serve avere almeno un paio di coordinate temporali rispetto a cui orientare i piani settimanali di quanto camminare e soprattutto a che punto dovrei essere entro una certa data. Ormai lo so che sarà necessario saltare diverse miglia – probabilmente alcune centinaia – ma non credo che nessuno mi verrà a dire che no, io non ho veramente fatto il PCT perché non sono passato da Mount Shasta o perché non ho camminato nella parte centrale dell’Oregon. Fa ridere solo a pensarci.
Intanto: domani arriviamo a Sierra City abbastanza presto, in tempo per una seconda colazione (o un pranzo in anticipo), per ritirare i pacchi che speriamo arrivino (le mie scarpe non credo proprio), e per fare il solito rifornimento per i prossimi giorni. Ci sarà anche tempo per qualche ora di sano riposo, sperando che il caldo non ci faccia soffrire troppo.
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Non ho per ora nulla da aggiungere, eccetto un suggerimento di titolo da parte di Lorenzo: “Lezioni di fisica per un viaggiatore”. È un bel titolo, va detto. Grazie del suggerimento! ↩︎