Patience, like a muscle, must be exercised to get stronger. A blog post by Caitlin Olson

Mancano un po’ più di cento miglia, ma domani sera ne avrò camminate abbastanza da avere un numero a due cifre. Oggi sono entrato nella Mount Jefferson Wilderness, e il monte del nome è uno dei tre protagonisti di quest’ultima parte dello stato più corto che si attraversa lungo il PCT.

Il problema della poca voglia però rimane. Non è certo una cosa che si dissipa in qualche ora o in un paio di giorni. Dovrei essere soddisfatto (e lo sono, in fondo) perché ho camminato anche più del previsto, e ciò è solo un vantaggio per i giorni seguenti. Però mi sto davvero trascinando. Vado avanti perché so che il prossimo stop sarà il Timberline Lodge, un posto iconico per gli hikers perché offre un rinomato buffet a pranzo e cena. Iconico anche per chi hiker non lo è, perché gli esterni del lodge sono stati usati nel film “The Shining” di Stanley Kubrick. Ieri Andrea mi chiedeva se mi mancasse il cinema; non gli ho risposto nell’audio, ma direi proprio di sì. Non quanto mi manca poter mangiare quotidianamente frutta e verdura, la prima cosa che compro sempre quando arrivo in un supermercato qualsiasi. Proprio adesso pagherei dieci dollari per una scodella di macedonia, o una mela fresca e succosa, oppure un po’ di anguria. Sono desideri viscerali, quelli che alcune volte si chiamano “voglie”.

Ho pensato alla mia risposta a questa domanda: ma se ne avessi la possibilità, adesso tornerei a casa? Se incontrassi una persona disposta ad accompagnarmi ovunque dal trail, le chiederei di portarmi a Vancouver dove tutto dovrebbe concludersi? Non lo so, ma propenderei per un “no”. Perché in fondo rimpiangerei l’essermi arreso per un po’ di nostalgia di casa e noia di ciò che sto facendo. Se la scelta fosse dovuta a una causa di forza maggiore, allora non avrei problemi. L’ho già detto e lo ripeto: ho già portato a casa tutto il minimo per cui ero partito e sono molto contento di aver raggiunto questo punto – duemila miglia 🎉 – molte altre persone hanno abbandonato prima e per molto meno. Io voglio arrivare alla fine, non vedo l’ora, ma vorrei non dover impiegarci un altro mese e fare tutta la fatica che so mi verrà chiesta da domani al giorno in cui varcherò il confine col Canada. Lo so che quel giorno arriverà, persino prima di quanto creda, ma non posso passare i giorni che mancano a desiderare solo quel traguardo. Devo riuscire a vivere ogni giorno per quello che mi offre, cercando di apprezzare il bello e non lasciandomi turbare troppo dal brutto. Lo so che è difficile, ma a un mese circa dalla fine di questo viaggio epico, come potrebbe essere facile?

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