Posts tagged “hiking”

    Lentamente

    Anche oggi ho concluso una giornata da 18 chilometri, nonostante il ginocchio un po’ acciaccato. Ho fatto un consulto con una fisioterapista che mi ha dato un paio di consigli e qualche esercizio di stretching/mobilità da fare: ne ho fatti un paio al pit-stop delle cinque, ma da domani devo mettermi seriamente d’impegno altrimenti non ne verrò fuori.

    È difficile non farsi trascinare dal gruppo. Vogliamo arrivare a tutti i costi insieme a qualcuno, per farci una specie di compagnia a distanza, basta che le nostre tende siano vicine. Un po’ di calore umano.

    Devo riuscire ad arrivare al Paradise Valley entro domenica, perché è il più lungo stretch che posso fare con il cibo che ho con me. Però non devo strafare, devo tenere il mio ritmo lento ma costante. Domani ci sarà un po’ più di salita, mentre oggi avremo fatto al massimo 400 metri in tutta la giornata. E salite e discese sono le più toste per il mio ginocchio. Ma ce la posso fare. Ce la devo fare. Non è questo il giorno in cui mi arrendo.

    I regali del centesimo miglio

    Primo traguardo ufficiale, cioè marcato sul sentiero: le cento miglia (160 km, poco più di metà del pezzo del Cammino di Santiago e due volte la Translagorai).

    Ahimè, non posso dire che sia stata una buona giornata: mi è comparsa la prima vescica sul tallone del piede destro – a me le vesciche ai piedi non vengono mai – e, ancora peggio, è saltato fuori un dolore muscolare o tendineo al ginocchio sinistro: nel 2022 fu il turno del destro, ora facciamo cambio. Non posso dire che sia lo stesso problema – alla fine non so neppure dire quale sia stato il problema nel 2022 – ma mi preoccupa assai: è un dolore acuto e difficile da sopportare, soprattutto le salite discese più impervie. Io penso sia un caso di overuse, cioè ho spinto troppo nei giorni precedenti e ora devo riposare. Ma se dovesse essere proprio come l’altro ginocchio, allora non avrei troppe chance di proseguire perché mi servirebbero dei mesi per recuperare. Domani mattina sono riuscito a prendere un appuntamento con una fisioterapista “itinerante” che si prende cura di questi problemi degli hiker durante la stagione. Sono un po’ scettico perché sarà un appuntamento online, ma è il massimo che posso fare adesso. Una delle paure più grandi che avevo alla partenza si è concretizzata; ora devo trovare il modo migliore per reagire. Qual è la cosa peggiore che potrei dover gestire?

    Bye bye Julian! 👋 🍔🍺 Food, rest, some very friendly encounters. Albeit with a little muscle soreness left, we feel we fully recharged our batteries. The next real town is going to be Idyllwild 🌳

    Zero day at Julian

    First zero day1 in Julian, a small town in San Diego County. It was founded for the purpose of housing those who came to prospect for gold and other valuable natural resources of which California – along with neighboring Arizona – was very rich in the late 1800s.

    We already knew Julian was a very hiker friendly place, but we experienced it firsthand. Not only the snack of apple pie and ice cream offered to all the hikers, but also a dinner in a Mexican restaurant that an American couple decided to pay for us because we are Italian, came from the other side of the ocean to hike and explore their country2. A gesture of friendship and kindness that left us stunned and wordless, and for which we can only be thankful 🙏


    1. A “zero” means a day with no progress on the trail. A “nero” means “near zero”. ↩︎

    2. Or perhaps because we Italians are often revered for the culture and cuisine mastery we represent around the world. These are clichés, of course, but we all think by stereotypes at times. ↩︎

    The first trial

    I don’t know when I got around to writing last night, but tonight was tough. The trail really tested me for the first time with some slightly adverse weather conditions: intermittent gusts of wind but strong enough to make it impossible to pitch the tent. We walked longer than planned – I think almost 25 kilometers – so as to shorten the last stretch before Julian as much as possible. Tomorrow we should have about fifteen kilometers to go 🎉 Then a city, which means: a bed, shower, a dinner like god prescribes.

    Not finding an easy tent site right away like other days has put me in an unwanted anxious state. And when I panic a little bit, I react a little bit like a child, “so I don’t do this anymore.” As if I really had a choice: I had to find a tent site, I had to set it up, I had to make dinner. There were no alternatives.

    Now I’m ready to go to sleep, my tent set up behind two bushes near another group of hikers I don’t know. I’m not in a picnic area like yesterday, and here the night noises are quite a bit wilder. Am I scared? A little, yes. But of what, really? Of a mountain lion assaulting me during the night? Of rats gnawing on my tent guy lines or eating my shoes? What is really the worst thing that could happen? Probably nothing at all. Good night then.

    The cold doesn’t want to leave me and is making everything a little more difficult, as if it wasn’t difficult enough already.

    Starting from a camp in a wooded area that avoided sub-zero temperatures and a tent frozen with condensation, the trail returned to the typical desert environment of the past few days. And the sun returned to its desert-level warmth a few hours after dawn. In addition, having to climb up to Mount Laguna’s 1800 meters or so, the trail was definitely more challenging than the day before – even though we had planned to do a little less mileage. The last few miles before reaching Mount Laguna were almost relaxing inside a coniferous forest that is typical of Mediterranean areas (like Liguria or Sardinia). Mount Laguna is an outpost where less than a hundred people live there. It is mostly a summer vacation destination.

    Playing against Garry Kasparov

    I was thinking about the 2022 Camino de Santiago and how easy it was (okay, there have been bad days). The light backpack, the route a well-trodden path just outside an urban center, the shower always available at the end of the day, a hot – and often very tasty – meal chosen from an extensive menu. Sometimes we slept in big rooms that not even at the shabbiest oratory youth camp you would get. Overall, it was like playing a chess game against a beginner (like me).

    It’s only been three days that I’ve been walking this trail, one of the three most celebrated in the entire United States, and it’s just a whole other league: other distances, other difficulties, truly pristine environment where you can walk miles without encountering something that belongs to humans. And it’s like playing a game against Kasparov.

    Way sooner than expected I’m already asking myself the question: why am I doing this thing?

    As if it wasn’t enough, I must have caught a cold or mild flu because I always get up congested. Not to mention the muscle stiffness in my back – the 14 kilos of my backpack does not help.

    Here I am. At this point in the space-time of the universe where I happened to live. Probably a predetermined point, but I can’t get it out of my head that everything I’ve done in the past five hundred days has allowed me to be right here, right now. Now it all begins, for real.

    Coraggio, lasciare tutto indietro e andare, partire per ricominciare.

    Che se ci pensi siamo tutti di passaggio.

    E per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale.

    – “Buon viaggio”, Cesare Cremonini

    Santiago #13: la fine?

    Oggi la parola nostalgia ha un particolare significato per me.

    Diceva allora alla sposa l’accorto Odisseo: «Non siamo ancora giunti alla fine dei travagli, mia sposa, mi resta un’impresa immane, lunga e difficile, e devo compierla tutta. Così mi predisse l’anima di Tiresia il giorno in cui scesi nella dimora di Ade, cercando la via del ritorno per me e per i compagni. Ma via, andiamo a letto, sposa, abbandoniamoci finalmente al sonno soave».

    Gli rispose la saggia Penelope: «Il letto per te sarà pronto ogni volta che vuole il tuo cuore, perché gli dei ti hanno concesso di ritornare nella tua bella dimora e nella terra dei padri. Ma poiché hai parlato e un dio te l’ha messo nell’animo, dimmi qual è questa impresa: se devo saperlo più tardi, è meglio che lo sappia fin d’ora». —“Odissea”, libro 23, trad. di Maria Grazia Ciani, Feltrinelli

    L’arrivo a Burgos e la fine di questo mio Cammino. I chilometri percorsi non contano davvero nulla, e il mio zaino è più leggero che mai, ma ciò che davvero mi riporto a casa non ha un peso né si può misurarne il valore con qualunque strumento materiale

    Buen Camino ai compagni che continuano. Spero davvero di incontrarvi di nuovo, prima o poi, magari per camminare ancora insieme.

    Crediti musicali: Victor Lundberg, “I’m a ghost” & “Unbounded horizons”, courtesy of Epidemic Sound.

    Santiago #12: motivazioni e paure di alcuni compagni di viaggio

    Siamo ormai alla fine di questo piccolo progetto lungo il Cammino di Santiago: domani in circa quindici chilometri arriveremo a Burgos, l’ultima tappa per uno di noi. Domani avremo sicuramente diverse foto da un’altra delle città più grandi che si incontrano lungo il Cammino, ma non poteva esserci occasione migliore per la prima delle due puntate speciali che abbiamo preparato in questi giorni. È stato un lavoro di un impegno inaspettato, ma siamo certi che ne sarà valsa la pena.

    Un forte abbraccio di ringraziamento a chi ha voluto partecipare: Matteo, Ema, Daniel, Letizia, Safa, Angela. Grazie davvero ❤️

    Crediti musicali: Candelion, “Nylon string theory” & “You can take me high” – Victor Lundberg, “June 21” – Houses On The Hill, “Let it all out on me” – Sleepaway Camp, “Window with a view”, courtesy of Epidemic Sound.

    Santiago #11: l’occasione inaspettata

    Dopo la giornata di ieri interamente dedicata al gruppo più grande che si sia aggregato tra le persone partite da Saint Jean il 13 settembre, oggi è stata una giornata completamente diversa: abbiamo camminato perlopiù da soli, e molti di noi hanno scelte delle tappe di fine giornata diverse dal solito gruppetto con cui ci si fermava di solito.

    Dopo una notte dalle temperature già autunnali (il mio sacco a pelo non ha fatto una piega però), un sole ancora da fine estate si è fatto ben sentire durante tutta la giornata, complici i molti chilometri senza un brandello di ombra: strade sterrate attraverso campi coltivati a girasoli e poco altro, alcuni già arati e pronti per le semine dell’anno prossimo. Qui e là si trovano le ormai note aree de descanso, ossia piccole zone verdi in cui potersi riposare un po’ senza soccombere al caldo e al vento (c’era anche quello stamattina, e ha ritardato parecchio la tonicità muscolare a cui siamo ormai abituati).

    Varchiamo il confine con la Castiglia prima delle dieci e alle undici siamo a Belorado, primo paese che si possa chiamare tale dopo un noioso tratto che affianca una strada statale parecchio trafficata. Là ci concediamo un brevissimo pranzo a un prezzo che ci sembra sbagliato: undici euro per due tortillas e due pintxos.

    Uscendo dal paese, incontriamo alcuni compagni e ci aggreghiamo alla loro pausa pranzo, avendo voglia di cambiare tema nel pomeriggio e camminare con qualcuno. Dopo un paio d’ore e senza quasi accorgerci, passiamo il piccolo villaggio di Tosantos – dove molti del gruppo sapevamo si sarebbero fermati – e facciamo un’ultima pausa con pediluvio in un piccolo torrente. L’idea era quella di accorciare il più possibile la seconda tappa di montagna che ci attende nei prossimi giorni, superata la quale saremo a Burgos.

    Arriviamo a un altro minuscolo paesino neanche un’ora dopo, ormai avvezzi a camminare a poco meno di sei chilometri l’ora. Vorremmo proseguire fino alla prossima tappa intermedia, ma incontriamo un’altra compagna che conosciamo da Roncisvalle che ci dice di aver fatta la miglior doccia dall’inizio del Cammino. Non poteva convincerci in modo più efficace, e decidiamo di fermarci a Espinosa del Camino.

    Doccia, stretching ormai quotidiano, un paio di birre, e una partita a carte con altre tre conoscenze creano l’atmosfera che stavamo cercando da diversi giorni, rimandata più volte anche per un po’ di paura nostra di proporre l’idea del podcast ad altre persone. Oggi invece sappiamo che avremo l’occasione perfetta per la tanto rimandata puntata speciale. E stavolta non è una vaga promessa, ma una certezza: ci serve soltanto un altro giorno per mettere insieme tutto. Siamo sicuri sarà un’aggiunta unica a questo piccolo progetto: siamo davvero riusciti a mettere in pratica ciò di cui scrivevamo qualche giorno fa, ossia che il Cammino è anzitutto una ricerca di solitudine e condivisione allo stesso tempo.

    Santiago #10: condivisione

    La decima tappa di questo mio cammino di Santiago è stata per me un ritorno al passato, ai tempi della condivisione di quasi ogni cosa durante i campeggi con l’oratorio.

    Perché dico questo? Abbiamo di nuovo allungato la tappa prevista da quasi tutte le guide, che si sarebbe conclusa a Santo Domingo della Calzada, e siamo arrivati fino al piccolo paese di Grañòn, circa sette chilometri in più di campi coltivati e niente più vitigni. In questo paesino c’è un albergue tra i più suggestivi – ma forse ormai fin troppo noto a chiunque faccia il cammino – che è la chiesa del paese e i suoi edifici annessi (casa parrocchiale e altre stanze di servizio). Qui un paio di hospitaleros laici e non accolgono chiunque arrivi, dando loro uno spazio dove dormire e un materassino da campo1. Se gli spazi della casa parrocchiale finiscono, la chiesa ne può ospitare almeno un altro centinaio di pellegrini, forse di più. La cena è preparata da chi si offre, e la giornata si conclude alle nove e mezzo con una meditazione collettiva: la vela pellegrina, una candela che passa di mano in mano e dà l’occasione a ciascuno di dire ciò che si sente oppure prendersi un momento di silenzio, e l’augurio di “buon cammino” di Grañòn, un abbraccio con chiunque ti sieda accanto (e non solo). È stato un bel momento di intensa spiritualità umana, anche per chi religioso non è.

    Ormai la promessa della puntata speciale del podcast (che sarà probabilmente anche l’ultima) sta diventando una maledizione, ma oggi l’esperienza di questo albergue è stata troppo fuori dalle righe per non godersela fino in fondo. E abbiamo ancora ben tre giorni per mantenere questa promessa.

    Quel piccolo puntino luminoso che si nota in alto a destra è Venere, che ci accompagna a ogni partenza, ben prima dell’alba.


    1. Io però ho preferito dormire in tenda, nel giardino di una scuola abbandonata (?) non lontano dalla chiesa parrocchiale. ↩︎

    Santiago #9: la tappa più lunga

    Da Logroño a Najera, altra piccola città della Rioja, il penultimo paese della regione autonoma da cui passa il Cammino.

    La tappa di oggi è stata la più lunga finora: abbiamo sfiorato i primi trenta chilometri, fortunatamente quasi tutti in piano (solo 390 metri di dislivello positivo). La monotonia delle pianure coltivate a vite ce l’ha fatta dimenticare la pioggia che abbiamo presa dalla tarda mattinata fino all’ingresso a Najera: è stato il periodo di pioggia più lungo che ci è capitato finora.

    E ora la piccola anticipazione: il mio cammino in questo 2023 si concluderà a Burgos, ma Federico proseguirà fino a Santiago e (forse) a Finisterre. Il podcast era un progetto pensato e creato da entrambi, ma lui mi ha promesso che continuerà a aggiornare il blog con qualche foto e due righe ogni giorno. O almeno ci proverà. Come ci siamo detti più volte, è una fatica che verrà ampiamente ripagata.

    Santiago #8: La Rioja, il suo vino e le zanzare

    Logroño1, capoluogo della più piccola regione autonoma spagnola (La Rioja) è terra di vitigni e del suo prodotto per eccellenza. Alla fine dell’estate, inizia la festa della vendemmia, una caotica ma caratteristica fiera per le vie del centro storico.

    Una breve nota sulla tappa di oggi, paesaggisticamente molto bella e neanche troppo faticosa, sebbene i primi dieci chilometri tra campagne e vitigni sono un saliscendi continuo a cui è stato dato il nome di spaccagambe. La vera sfida – che io personalmente considero persa perché ho letteralmente sbroccato più volte – sono state le zanzare. Promemoria al me stesso futuro o a chiunque legga questo blog: premunitevi con un repellente perché in queste sezioni loro vi sorpassano in numero e tocca semplicemente arrendersi.

    Domani ritorna anche il podcast, e un paio di cose interessanti di cui parlare le abbiamo già pronte (inclusa una piccola sorpresa 😉).


    1. La Rioja conta circa trecentomila abitanti, di cui metà nella città di Logroño. ↩︎

    Santiago #7: il Cammino è solitudine e socialità

    Una inaspettata cena di gruppo ci ha fatto riflettere sulle due dimensioni del Cammino: solitudine e socialità.

    Crediti musicali: Candelion, “Cotton and Strangers”, courtesy of Epidemic Sound.

    Santiago #6: come ci nutriamo durante il Cammino?

    Sempre in attesa di riuscire a preparare la puntata speciale (lo faremo, promesso), alla seconda notte in tenda parliamo un po’ di alimentazione: cosa mangiamo e come, più qualche consiglio non richiesto.

    Crediti musicali: American Legion, “Last Stop Grand Junction”, courtesy of Epidemic Sound.

    Santiago #5: quali paure ci portiamo nello zaino?

    Torniamo a parlare di una cosa che è saltata fuori già un paio di volte: quali paure ci portiamo nello zaino?

    Crediti musicali: Sleepaway Camp, “Don’t think about it", courtesy of Epidemic Sound.

    Santiago #3: quando ci sentiamo davvero a casa?

    Il Cammino è un luogo senza confini geografici per le persone che lo percorrono. Incontrarne così tante ci ha fatto pensare al posto che tutti noi, non solo i pellegrini, abbiamo e chiamiamo “casa”. Dov’è questo posto?

    Crediti musicali: Candelion, “What If”, courtesy by Epidemic Sound.

    Santiago #2: quanto mi costerà?

    Dopo i 15 chilometri di oggi, l’attraversamento dei Pirenei e del confine con la Spagna ci ha fatti tornare a riflettere sul senso di un’impresa personale come un lungo viaggio a piedi.

    Crediti musicali: Victor Lundberg, “Unbounded horizons”, courtesy of Epidemic Sound.

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